Il politico

"Marco Scevola tratteggia molto bene, con maestria e con stile, i dilemmi dei giovani, così come vengono sperimentati dal protagonista del suo lavoro, che potrebbe ragionevolmente intendersi come il paradigma ideale della generazione dei nativi a capitalismo integrale.", Diego Fusaro.

"Il libro di Marco Scevola risulta convincente non solo per lo stile di scrittura, accattivante e seducente in ogni sua pagina, ma anche per la ricca gamma di temi filosofici affrontati attraverso il personaggio principale e gli altri protagonisti del racconto, dramatis personae del nostro tempo e della sua sempre più radicale disumanizzazione dell'essere umano. Il romanzo parla in realtà di tutti noi, del nostro presente e delle nuove generazioni, condannate a vivere nell'odierno tempo della compiuta peccaminosità e della reificazione planetaria.", Diego Fusaro.

Amilcare Scevola è un filosofo disoccupato. Convive con la compagna degente di infermità mentale, con la quale dovrebbe presto sposarsi. La povertà affligge le loro miserabili vite. Un giorno, un loro conoscente meridionale di Trapani, il Professor Vito, ispira Amilcare a candidarsi alle elezioni comunali nella sua città natale: Abulia.

Così le aspirazioni politiche del giovane cresceranno tanto da sopraffare gli affetti e i valori che prima dell'ingresso in politica dirigevano la sua esistenza. Per istituire il suo governo di stampo totalitario persuaderà tanto i conservatori cristiani quanto quelli laici, avendo come maestro il noto leader dei conservatori religiosi Padre Silvio. Egli, un frate assai abile in retorica, lo aiuterà a comprendere il potere della parola. Quanto abbindolare le masse sia necessario perché si faccia il loro bene.

Amilcare, accecato dalla sete di ricchezza, intenzionato a conferire un valore alla sua vita, si avvarrà del suo amico Filippo, sindaco liberale di Salice Terme, per tessere le sue mire espansionistiche, congiurando le sue amicizie, tra cui il maestro Padre Silvio.

La relazione spenta con la convivente, affetta ormai un anno dai sintomi del bipolarismo, causa un'altalena interiore nel protagonista Amilcare. Troppo ha amato A., sua pretendente sposa. Nondimeno, si affioca sempre più la speranza riposta nella sua guarigione. Un anno che il filosofo fugge dal presente, nostalgico del passo. Dell'idillio amoroso precedente alla malattia. Ma ora si trova di fronte a un bivio: accettare la morte dell'amore e arrendersi alla forza del destino, o accontentarsi di una relazione smorta, fondata sul ricordo della passione d'un tempo.

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