Il sessantunesimo minuto
è una raccolta di poesie in rima, simboliste, esistenziali.
Le tematiche comuni che raccolgono le poesie sono: la
fugacità del tempo, la morte, la finitezza delle facoltà umane e la vacuità
apparente del vivere.
Il sessantunesimo minuto, titolo dell'opera, è
metafora della presa di distanza dall'immediatezza. L'uomo fruisce di esoneri
che gli permettono di artificiare un contesto culturale, ingenerare il suo
alfabeto e comunicare significati; questi ultimi indispensabili per orientare
la prassi materiale dell'homo sapiens. Il poeta, come il filosofo, sfugge
dall'automatismo del milieu in cui vive. Anziché venir vissuto dall'ambiente,
egli, dacché cantore del dubbio, scorge la relatività di ogni dogma e mutua
l'ipostasi in parzialità astratta, sicché promotore di un prospettivismo che
non decada nel nichilismo.
Marco Scevola dedica all'umanità tutta un affresco
esistenziale, assiderale e incisivo, dalle campiture tanto raffazzonate quanto
studiate, streganti ed estranianti, per condividere un sentimento universale
con ciascun lettore nel singolare.
Commenti
dell'autore aiutano la comprensione e offrono chiavi di lettura dei simboli
interpolati nei componimenti.