Quasi
eterni è un romanzo post-cubista, destrutturato in forma poetica e prosastica
di racconti lunghi. Narra le fittizie vicissitudini biografiche di Esposito
Romano avvenute dall'ingresso in università, esposte in forma di un diario
intimo, raccolte di poesie in verso libero e racconti.
Originario
di Abulia, Esposito si trasferisce a Pavia, ripromettendosi di stravolgere una
volta per tutte la sua vita. Non vuole più trascorrere le sue giornate da solo,
assoggettato alla solitudine tombale. Qui stringerà le prime amicizie della sua
vita, amicizie e primi amori che porranno in crisi il giovane ragazzo. Infatti,
la vita fuori dal collegio domenicano, che fu la campana di vetro fino a prima
del periodo universitario, è assai diversa. Non esiste più un buono e un
cattivo. Perciò il giovane poeta Esposito comincerà a dubitare, ponendo in
dubbio ogni istanza formativa che ha conculcato la sua personalità. Suvvia…
chi è lui? Quanto la formazione conventuale ricevuta ha deformato e piegato il
suo io?
A
destabilizzare ulteriormente l'ingresso in società dello studente di filosofia,
le ferite sanguinolente di una famiglia che fu da sempre l'opposto di un nucleo
caldo. La madre dilapida i soldi raggranellati esercitando la mansione di
avvocato, stacanovista, scialacquandoli per amanti occasionali, mentre il padre
è troppo inebetito dagli psicofarmaci e privo di senso critico per instaurare
un rapporto sincero con il figlio.