Soliti giorni è una raccolta poetica ispirata al
dolore esistenziale dell'umanità. Incarna il sentire esistenziale del filosofo
Scevola, che ritrae l'esistenza umana offrendo tanto squarci di contemplazione
meravigliata, quanto sofferenti versi di disperazione. Nel dualismo l'affresco sentimentale
umano; uomo che sostenta ancora grazie alla meraviglia, nonostante il flagello
della fugacità delle gioie mondane. L'insoddisfazione verso la vita materiale
permea la raccolta, quasi soffocando le felicitazioni. Ottundendo le forti
emozioni. Giornalista in versi, la poesia si fa con il tempo elemosinato
dall'azione concreta. Là, nella distanza dall'azione pratica, al fine di
rammentarne il significato ancestrale.
Baciamoci sotto a quel terso sole/Su un
giardino di erba tanto frale/Come in riva a quell'immenso mare,/Per infinite,
troppe, altre, invitte volte.