"Ti amo da vivere" è un romanzo breve corale, psicologico,
esistenzialista e sociologico. Riflessioni inerenti all'emarginazione sociale, alla
morte, al relativismo del vero e del giusto, al neoliberismo e al passato
incorniciano l'adattamento della psiche degli operai circensi dinnanzi a un
trauma, ovverosia, la dipartita di due mondine, per la quale sarà incriminato
Ivano, l'addestratore di leoni.
Antonio è un compositore talentuoso che per sostentare
economicamente svolge la mansione di pagliaccio presso un circo itinerante. Le
tragedie famigliari, tra cui il lutto del fratello maggiore, hanno conculcato
la sua socialità. Egli sconfiggerà i suoi demoni grazie all'amore che prova per
Lina, la trapezista, anche lei dipendente del circo. Le vicissitudini amorose
verranno cadenzate da un insolito sortilegio, un pacco di cioccolatini, "i baci
della morte", che conferisce al loro proprietario, una volta ingollati, la
possibilità di esprimere un desiderio che verrà esaudito se conforme alle
regole esposte sul biglietto che li incartoccia.
Personaggi secondari quali l'illusionista Ettore, il
mangiafuoco Giangiacomo, migliore amico del pagliaccio, e le operatrici per le
luci sceniche Vanessa e Martina dipingono un affresco sociale freudiano, dove
l'opportunismo mina la convivenza pacifica dell'uomo.